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Attività fisica per chi ha subìto un trauma

L’attività fisica ha un impatto significativo sul nostro cervello e sistema nervoso. La maggior parte delle volte questo effetto è benefico, perché l’esercizio ci aiuta a ossigenare il sangue, a  rilasciare la tensione dai muscoli e le endorfine nel cervello che contribuiscono a dare un senso di benessere.

Dopo una quantità significativa di stress accumulata negli anni, a seguito di un trauma, possono esserci vari cambiamenti fisiologici nel corpo che fanno sì che i nostri sistemi rispondano diversamente all’attività fisica.

Nel lavoro con il PTSD, molte persone a cui prima piaceva tanto praticare attività fisica sviluppano un’improvvisa intolleranza a essa.

Forse questa reazione si presenta perché l’esercizio fisico può stimolare la risposta di fight/flight/freeze (attacco/fuga/congelamento), attivando quindi un sistema già in allerta. A volte, a seguito di un intenso esercizio, può verificarsi anche un attacco di panico.

È dunque importante, nelle prime fasi di trattamento, prenderla con calma, non mettersi fretta. Un esercizio gentile, costante, fatto di attività quali camminare, nuotare, praticare yoga, può essere molto utile per regolare il corpo.

Sport intensi e/o competitivi dovrebbero essere intrapresi con cautela, se non evitati, fino a quando non è passata la fase di crisi dell’evento traumatico.

Riferimenti

  • Pease Banitt, S. (2012). The Trauma Tool Kit. Quest Books
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