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Il Metodo Hakomi: una psicoterapia corporea basata sulla Mindfulness

L’Hakomi Method è un modello integrativo di psicoterapia corporea basato sulla Mindfulness, messo a punto in America tra gli anni ‘70 e ‘80 da Ron Kurtz e da un gruppo di terapeuti a lui vicini: Greg Johanson, Halko Weiss, Jon Eisman e Pat Ogden.

Nell’Hakomi l’aspetto somatico è dirimente così come la componente psichica, perché l’individuo è visto come una indissolubile unità di mente e corpo. In quanto psicoterapia corporea l’Hakomi parte dall’idea che il corpo contribuisca alla formazione dei nostri processi mentali tanto quanto il cervello, con cui dialoga continuamente attraverso un intricato e incessante flusso di comunicazione.

Secondo l’Hakomi la maggior parte delle nostre sofferenze quotidiane sono il prodotto di convinzioni per lo più inconsapevoli, costruite nei primi anni della nostra vita. Oltre a essere schemi di pensieri ricorrenti, queste convinzioni sono vere e proprie forme di adattamento psicosomatico che ciascuno di noi elabora precocemente a seguito di ripetute interazioni con il nostro ambiente. Non più attuali o coerenti, questi assunti di fondo hanno il potere di limitare profondamente la nostra percezione di noi, la nostra vita di relazione e la nostra capacità di intervento sulla realtà.

L’Hakomi ritiene che le convinzioni di fondo si palesino nell’intersezione tra ciò che pensiamo e raccontiamo di noi e il nostro stile, le nostre risposte automatiche e tutte quelle caratteristiche che ci definiscono. Il percorso terapeutico emerge dal costante invito da parte dell’Hakomi Therapist alla focalizzazione dell’attenzione del paziente nell’area di sovrapposizione tra pensiero, esperienza emotivo/affettiva e dimensione corporea, così da portare alla luce questi assunti di base che ci agiscono e che danno forma alla nostra esperienza spesso sotto la soglia della nostra consapevolezza.

Si tratta di un vero e proprio processo di scoperta, accompagnato dall’atteggiamento accogliente e non giudicante del terapeuta Hakomi, il quale ha cura di alimentare per tutto il corso della terapia una Bolla di comprensione e amorevolezza con il proprio paziente ispirata al principio di diretta derivazione buddista della Non Violenza.

Inoltre, da un certo punto in poi della seduta, l’Hakomi Therapist incoraggia il proprio paziente ad entrare in Mindfulness, quello stato di coscienza risvegliato, morbido e auspicabilmente acritico da cui è possibile osservare e analizzare nel dettaglio l’organizzazione della nostra esperienza per come essa si dispiega qui e adesso.
Questo processo di auto-studio, assistito e supportato dalla presenza del terapeuta, spesso apre la strada all’affiorare di processi mentali inconsci che gettano luce sulle circostanze storiche, gli ambienti e gli eventi che hanno marcato nel bene e nel male il corso del nostro sviluppo e che ancora oggi determinano il nostro modo di vivere e percepire noi stessi e il mondo fuori di noi nel presente.

Grazie alla sua capacità di accedere al Sé corporeo del paziente, l’Hakomi offre un modello di lavoro profondo che permette di trattare con delicatezza quelle ferite pre-verbali – difficilmente accessibili con la sola terapia della parola – che possono avere avuto origine nelle primissime fasi della vita, in normali situazioni di non-sintonizzazione tra il bambino e gli adulti preposti a prendersi cura di lui. I più recenti sviluppi del Metodo rispetto al trattamento del Trauma semplice e complesso forniscono un ventaglio di strategie per lavorare somaticamente sulle risorse del paziente, rieducandone il sistema nervoso a dimorare all’interno di quella finestra di tolleranza da cui è possibile recuperare la “pensabilità” – e quindi il trattamento – del trauma stesso.

Con i suoi 40 anni di vita e la sua estensiva diffusione l’Hakomi rappresenta un modello di intervento psicocorporeo che è punto di riferimento per molti terapeuti nel mondo, nonché fonte di ispirazione per altre scuole, direttamente ispirate al lavoro di Ron Kurtz e dei suoi allievi. Oggi parlare di Mindfulness, salute psicologica e psicoterapia sembra quasi ovvio, ma va detto che alla fine degli anni ’70 l’intuizione di Kurtz di introdurre la Mindfulness all’interno del setting terapeutico fu per il tempo una azione pionieristica e per molti versi rivoluzionaria. La curiosità e l’apertura scientifica della Dott.ssa Antonella Montano e dell’Istituto Beck consente oggi all’Hakomi di approdare finalmente in Italia, con la speranza che il Metodo possa presto informare con la sua eleganza, profondità e delicatezza il lavoro di tanti operatori della salute mentale anche nel nostro paese.

Bibliografia

  • Kurtz, R. (1990). Body-Centered Psychotherapy. The Hakomi Method. Mendocino: LifeRhythm.
  • Kurtz, R., & Johanson, G. (1991). Grace Unfolding: Psychotherapy in the Spirit of Tao Te Ching. New York: Bell Tower.
  • Weiss, H., Johanson, G., & Monda, L. (2015). Hakomi Mindfulness-Centered Somatic Psychotherapy. A Comprehensive Guide to Theory and Practice. New York, London: Norton & Co.
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