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Abbandono, PTSD e disturbo borderline di personalità

Il tema dell’abbandono è stato poco affrontato da quando nel panorama scientifico e clinico si è affacciata, in tempi relativamente recenti, la diagnosi di PTSD, si è sempre fatto più riferimento a esperienze di abusi sessuali, violenze emotive o fisiche, umiliazioni continue e sui loro effetti devastanti.

Quando, ad esempio, dei genitori lasciano un bambino da solo, sbagliano nel nutrirlo o non lo cambiano con regolarità, sappiamo che si tratta di neglect. Ma si tratta sempre di neglect anche quando il caregiver, pur essendo fisicamente presente, non lo è emotivamente, ad esempio quando la madre è depressa e non riesce a rispecchiare le espressioni facciali del bambino . Dagli studi sull’attaccamento, sappiamo che i bambini, per sapere di esistere, hanno bisogno di interazioni emotive reciproche, di un contatto oculare e vocale, cose che una madre depressa, ad esempio, non riesce a garantire. Inoltre, se il caregiver ha subìto, a sua volta, un trauma dello sviluppo, a quale esperienza interiorizzata potrà attingere durante le interazioni con il suo bambino? E nel caso di una madre che abusa di sostanze o malata di mente? Tutto questo avrà senz’altro un impatto sull’attaccamento, così come sullo sviluppo del cervello, che dipende da quest’ultimo.

Alcuni individui che da bambini hanno avuto esperienze simili con il loro caregiver raccontano di non riuscire a sentire le emozioni, a coglierne una parte solo da un punto di vista cognitivo, e di essere totalmente incapaci di sentire l’esistenza degli altri, di non riuscire a fare esperienza dell’essere in relazione con qualcun altro.

La profonda sensazione di assenza di una madre, riscontrata nei traumi dello sviluppo, la si ritrova anche nel disturbo borderline di personalità. D’altronde la stessa Marsha Linehan nel suo Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline, parla di ambiente invalidante come possibile fattore eziologico.

L’esperienza dell’abbandono contribuisce chiaramente ad alti livelli di arousal  e di instabilità emotiva che sono segni caratteristici del disturbo borderline di personalità. All’interno di un ambiente invalidante, ritroviamo madri che, per diverse ragioni, semplicemente non dovrebbero essere madri, in quanto non ne hanno il desiderio né la voglia. Non sono legate ai loro figli. Questi bambini hanno spesso pochi ricordi della loro infanzia. Una buona parte della relazione sana tra una madre e un figlio, invece, si basa proprio sulla costruzione dei ricordi. Certi pazienti non si aspettano nemmeno che gli altri li tengano nella loro mente, li portino con sé.

In conclusione, le esperienze di trascuratezza che lasciano i bambini e gli adulti con questo sentimento di assenza di una madre variano ampiamente, ma gli effetti della trascuratezza sul cervello in via di sviluppo sono davvero devastanti, al punto da risultare quasi più catastrofici di un abuso.

Riferimenti

  • Fisher, J. (2017). Guarire la frammentazione del sé. Come integrare le parti di sé dissociate dal trauma psicologico. Raffaello Cortina Editore
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