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Gestire il torpore e la dissociazione

Quando un survivor vive uno stato di torpore (definito numbing) e di dissociazione, si sente come se fosse una persona differente. Le sue parole sono come disconnesse e prive di emozioni. Di solito, ha problemi a concentrarsi e a comunicare quello che sente nel profondo del cuore. È lì, ma non è lì.

Ci possono essere momenti in cui senti di non essere totalmente presente nella tua vita. La tua mente è spenta, le tue emozioni smorzate. Il tuo interesse nelle persone, nel lavoro e nelle attività sociali è svanito. A volte, alcuni survivor riferiscono di sentirsi come dei vegetali, senza sentimenti, appiattiti, senza vitalità, come anestetizzati.

Il torpore o la dissociazione sono una forma di blocco. Questo blocco può essere parziale o totale e può essere fisico, mentale, emotivo oppure una combinazione dei 3. La dissociazione descrive non solo i cambiamenti biologici che si verificano durante l’abuso sessuale, volti a difendere la propria integrità fisica ed emotiva che non sopporta quell’esperienza, ma anche il successivo desiderio, finalizzato alla sopravvivenza, di non voler ammettere che l’abuso sia avvenuto. Quando le vittime non riescono a fuggire dal loro aggressore, possono  però farlo mentalmente dissociandosi. Questo le aiuta a sentire che l’abuso non è reale e consente di preservare parte dell’identità e del rispetto per sé.

Il grado di dissociazione varia da survivor a survivor. Non ricordare dove si sono messe le chiavi è abbastanza normale che accada ogni tanto. Certo, perderle ogni 3-4 volte che si usano è segno di una dissociazione che richiede un intervento professionale. Altre forme sono il sonnambulismo o vagare fuori casa senza ricordarsi il proprio nome o come si è arrivati fin lì; “perdere tempo”e non ricordare cosa è accaduto durante quel lasso di tempo; non sentire alcuna emozione per lunghi periodi, non sperimentare dolore fisico o caldo o freddo intensi quando ce lo si aspetterebbe; e qualsiasi altra forma di dissociazione che potrebbe rappresentare un pericolo per te stesso e gli altri.

Vediamo ora insieme quali sono alcuni segnali del torpore. Maggiore consapevolezza si ha di questi segnali, maggiore sarà la probabilità di gestire la dissociazione. Chiudi gli occhi, rilassati per un paio di minuti e pensa alle ultime volte in cui ti sei sentito dissociato o intorpidito da un punto di vista fisico, emotivo o mentale. Cosa succedeva allora o poche ore o giorni prima? Via via che passi in rassegna questi eventi, riesci a ricordare cosa stavi pensando o sentendo? Riesci a notare o a ricordare qualunque segno di torpore? Su una nuova pagina dal titolo “i miei segnali di torpore”, fai un elenco di quelli che indicano che stai cominciando a dissociare.

Quando noti che sta capitando, considera i seguenti modi per ancorarti alla realtà del presente. Ignora qualsiasi indizio che può riportarti all’abuso. Se, ad esempio, lo shampoo con un certo odore o i fiori hanno giocato un ruolo nell’abuso, non usare tecniche di grounding che implicano shampoo con quell’odore o fiori. Potresti aver bisogno di sperimentare diversi metodi per trovare quello che funziona per te.

Grounding fisico: cambiare i tuoi indumenti; fare un bagno; toccare un oggetto sicuro (una sedia, i tuoi vestiti, i capelli, le scarpe, ecc.) o qualcosa di familiare che associ a un sentimento di serenità (un animale di peluche, un pezzo di stoffa morbida, foto di persone che ami); fare attività fisica; spazzolare i denti, mettersi una crema sui capelli o sul corpo; bere acqua ; muovere le mani o i piedi; focalizzare lo sguardo su un oggetto sicuro nella stanza; ascoltare musica o chiedere a qualcuno con cui si è in compagnia di parlare più forte; camminare per la stanza; spazzolare il proprio gatto o cane; entrare in contatto con la natura; suonare uno strumento musicale; dire il proprio nome a voce alta varie volte.

Grounding emotivo: parlare con qualcuno, scrivere, pregare; guardarsi allo specchio e dirsi come ci si sente; scriversi una lettera o una mail e inviarsela ; lasciare un messaggio sulla propria segreteria; dire cosa si sta provando in quel preciso istante; entrare in contatto con la natura; suonare uno strumento musicale; fare una lista di 5 persone che si amano e dire “ti amo” o “ti voglio bene” a voce alta a ciascuna di esse.

Grounding mentale: descrivere la stanza in cui si è, i colori, i mobili, le dimensioni (a voce alta o per iscritto); leggere a voce alta una rivista o un libro; dire i nomi dei propri parenti, amici, fiori o cibi preferiti; descrivere il tempo; descrivere i progetti per il resto della giornata o per l’imminente weekend; dire che giorno o che ora è.

Riferimenti

  • Matsakis, A. (2003). The Rape Recovery Handbook. Step-by-Step Help for Survivors of Sexual Assault. New Harbinger.
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