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Come si fa l’EFT (Emotional Freedom Technique o tecnica di liberazione emozionale) per ridurre la sofferenza?

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In occasione di un workshop tenuto a Milano nel gennaio 2016 da Bessel van der Kolk, uno dei maggiori esponenti medici nel campo del trauma, abbiamo potuto sperimentare questa semplice tecnica di tapping, chiamata EFT.

Il tapping (picchiettio) fatto con i polpastrelli su punti precisi del corpo (detti punti dell’agopuntura o acupoints, vedi figura) e l’esposizione al problema o all’emozione negativa sono, infatti, la caratteristica principale di questa tecnica.

Il principio alla base è che la stimolazione fisica del corpo, chiamata anche stimolazione somatica, può giocare un ruolo nella guarigione psicologica e nella modulazione delle emozioni anche in chi ha subìto un trauma (Lane, 2009).

Come si fa l’EFT? La persona sceglie un problema da affrontare, come un ricordo traumatico o l’attivazione corporea del momento, o semplicemente vuole rilassarsi, e si autosomministra il picchiettio (tapping) secondo una sequenza precisa.

Durante la stimolazione il disagio piano piano diminuisce o scompare e la persona comincia a sentirsi più tranquilla e rilassata.

Vediamolo nella pratica:

 

 

Comincia a picchiettare (tapping) con i polpastrelli di quattro dita della mano opposta il punto della mano chiamato Karate Chop Point (vedi figura, punto 1).

Mentre lo fai, puoi ripetere mentalmente una frase che mantenga vivo il problema nella tua mente. Ad esempio, “mi ha ferito”, “mio padre non mi rispetta”, “l’incidente automobilistico”, ecc.

Ricorda che le dita del picchiettio (tapping) devono essere ferme ma non rigide e che il picchiettio (tapping) non deve far male, deve essere risoluto ma gentile, come se stessi tamburellando sul bordo della tua scrivania.

Ora picchietta con quattro o due dita il punto sulla corona della tua testa (vedi figura, punto 2). Il principio generale è che picchietterai con quattro dita le aree più grandi.

Poi picchietta (tapping) con due dita l’inizio di un tuo sopracciglio, nel punto dove si unisce al ponte del naso (vedi figura, punto 3).

Il numero dei picchiettii non è importante, ad esempio ne puoi fare 7 o un pochino di più o di meno. Puoi iniziare dalla parte destra o sinistra del tuo viso.

Poi procedi con la parte esterna della cavità oculare (vedi figura, punto 4). Dopo continua a picchiettare (tapping) la parte ossea sotto la pupilla (vedi figura, punto 5), sotto il naso (vedi figura, punto 6) e infine la parte compresa tra il labbro inferiore e il mento (vedi figura, punto 7). Visto che queste aree sono piccole, è consigliabile usare due dita.

Passa poi a picchiettare (tapping) con quattro dita, visto che la superficie è ampia, un punto preciso della clavicola. Per trovarlo, metti un dito nell’incavo tra le tue clavicole. Muovilo un pochino verso il basso e sentirai un incavo nel tuo sterno. Ora sposta le dita un pochino di lato e troverai un profondo incavo sotto la tua clavicola. Quello è il punto (vedi figura, punto 8).

Procedi infine con un punto che si trova sotto l’ascella (vedi figura, punto 9), per le donne è dove passa il reggiseno e in un altro punto sotto il seno (vedi figura, punto 10). Picchietta questi punti con quattro dita.

L’ordine del tapping inizia dall’alto e scende. Puoi scegliere di fare il tapping su entrambi i lati del corpo contemporaneamente, oppure prima un lato e poi un altro. Puoi finire tornando alla cima della testa o alla mano opposta per chiudere il cerchio.

Qualora il disagio non dovesse scomparire, ripeti la sequenza cambiando la frase per la porzione del problema rimasto. Ad esempio, se prima provavi dolore emotivo in una scala da 0 a 10 per un valore di 10 e dopo il tapping provi 7, continua con la sequenza ripetendo mentalmente la frase “sebbene io abbia ancora dolore perché mi ha ferito, accetto completamente me stesso”.

Riferimenti

  • Church, D. (2013). The EFT Manual. Fulton, CA: Energy Psychology Press
  • Lane, J. (2009). The neurochemistry of counterconditioning: Acupressure desensitization in psychotherapy. Energy Psychology: Theory, Research, and Treatment, 1(1), 31-44
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