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Pratica di gentilezza amorevole per paura, ansia e iperarousal

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I sintomi dell’ansia sono dolorosi e angoscianti. Può essere utile coltivare cura verso noi stessi mentre si apprendono nuovi modi per gestire l’ansia. Se ci fermassimo a immaginare qualcuno che amiamo provare i sintomi dolorosi dell’ansia, sarebbe naturale provare cura o compassione per quella persona. La maggior parte degli individui trova molto più difficile provare compassione per se stessi e, quindi, anche per la propria ansia.

Quando si abbracciano i sentimenti di paura e ansia con amore, gentilezza e compassione, questi sembrano differenti, quasi più facili da gestire.

Quando giudichiamo l’ansia come una cosa da sciocchi o stupidi perché, ad esempio, crediamo che non avrebbe motivo di esistere, in realtà ci impediamo di trattare noi stessi con gentilezza nei momenti in cui la proviamo. A volte può essere utile notare da dove viene l’autocritica; potrebbe nascere anche dal desiderio che l’ansia e la relativa sofferenza passino presto. Tuttavia, l’autocritica può rendere l’ansia ancora più insopportabile.

Praticare la compassione, la gentilezza amorevole verso se stessi  può aiutarci a curare sia l’ansia che l’autocritica su di essa. In effetti, notare giudizi negativi sull’ansia può essere un segnale per ricordarci di formulare frasi di gentilezza amorevole: “Possa io essere al sicuro. Possa io essere felice. Possa io essere in salute. Possa io vivere con agio”.

Possiamo apprendere a gestire l’ansia in modi che ci facciano sentire accolti e che, al contempo, siano anche efficaci. Può essere utile riflettere sui modi in cui potresti dare conforto a qualcun altro che prova ansia – magari focalizzandoti su un senso di attenzione e comprensione, piuttosto che provando a cambiare l’approccio della persona alle sue difficoltà.

Le affermazioni che funzionano meglio sono quelle più genuine, ovvero verosimili al tuo modo di parlare e relazionarti. Possiamo incorporare un discorso interiore rassicurante che fornisca riconoscimento, cura e diminuzione dell’ansia e della relativa sofferenza. Ad esempio, potremmo coltivare la compassione verso noi stessi, dicendoci cose del tipo “Mi dispiace che tu stia attraversando questo momento. È stato già brutto che tu abbia dovuto subire un trauma, e ora è complicato perché ti sta richiedendo tante energie per imparare a gestire e calmare questi sintomi. Quello che tu stai sentendo è del tutto normale, visto quello che hai vissuto, ma è comunque molto angosciante. Ti aiuterò il più possibile a superare tutto questo per farti sentire più tranquillo”.

Riferimenti

  • Goldsmith Turow, R. (2017). Mindfulness Skills for Trauma and PTSD.  Norton & Company
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