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La regolazione emotiva attraverso le piccole cose

Una parte della regolazione emotiva risiede nella nostra capacità di avere emozioni ed esperienze positive, quali ridere, divertirsi, provare piacere in quello che facciamo, ecc . Quando una persona ha subìto dei gravi traumi, invece, ha la convinzione che l’unica cosa che la possa far star bene debba essere qualcosa di altrettanto potente.

Come, invece, insegna Kabat-Zinn, le esperienze positive, solitamente, sono rappresentate anche dalle piccole cose che accadono nella vita quotidiana. Quando queste, però, vengono confrontate con il trauma, che è un’esperienza enorme, il piacere diventa sbilanciato. L’idea, dunque, non è di cancellare o eliminare il trauma facendo delle attività piacevoli compensatorie perché sarebbe un’impresa ardua; bisogna invece imparare a concentrarsi sul momento e godere delle piccole cose.

La vita, per ognuno di noi, è una serie di paure, problemi, conflitti, cose difficili che si inseriscono, però, fra cose positive. A volte, anche queste ultime possono essere molto grandi, ma non è lì il punto. In linea con la nostra capacità appresa di godere della vita di tutti i giorni si può creare una sorta di equilibrio. Il concetto di “godere delle piccole cose” della vita quotidiana è molto difficile per le persone che hanno subìto un trauma, perché pensano che queste cose non contino nulla e che non possano aiutarle a migliorare la situazione.

Spesso vivono nella speranza che ci debba essere qualcosa di talmente grande da cancellare completamente le sensazioni negative che sentono, quell’emozione negativa forte, chiara e inequivocabile, collegata all’essere stati abusati. Purtroppo, non c’è nulla che permetta questo, l’abuso esisterà sempre, ma potremmo, invece, imparare, come abbiamo detto, a fare esperienza del nostro quotidiano in modo diverso.  Proviamo a ricordare un momento in cui ci siamo sentiti al sicuro, vincenti, protetti, forti, coraggiosi e percepiamo, a livello mentale e fisico, com’è stato provare quelle sensazioni. Quando sperimentiamo emozioni positive, impariamo a esserne consapevoli e a riconoscerle nel nostro corpo.

C’è, poi, anche, da riflettere sulla nozione del tempo. Quando passate del tempo a fare delle cose meravigliose, il tempo va lento o veloce? Quando invece vi sentite male, il tempo va lento o veloce? Quindi, purtroppo, per coloro che hanno subìto dei traumi, visto che si sentono male per la maggior parte del tempo, l’impressione è che le cose negative durino molto a lungo, mentre quelle positive no. La nostra nozione del tempo cambia con il nostro umore. Un’ultima cosa importante è che, spesso, chi ha subìto un trauma impara a utilizzare la propria sofferenza come modo per connettersi con gli altri, non sapendo fare altrimenti. Non è, dunque, solo prestare attenzione agli eventi positivi, quanto al processo di essere curiosi e aperti verso quello che la vita porta. E per fortuna non è poco.

Riferimenti

  • Steele, K. (2016) Training intensivo sul trattamento dei disturbi dissociativi, Roma
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