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Tutti gli esseri umani fanno grounding sin dalla nascita

Il feto comincia a fare grounding già attraverso il contatto con il corpo materno nell’utero. Durante la nascita, il bambino usa un potente riflesso di spinta nelle gambe per aiutarsi a muoversi nel canale di parto. Una volta fuori dall’utero, il bambino non può ancora usare le gambe e quindi il grounding si sperimenta nell’ombelico, una posizione che spesso trova da solo. Di solito, intorno i 6 mesi, il bambino ha imparato a sedersi e quindi può cominciare a fare grounding con il pavimento pelvico.

Via via che il bambino impara a gattonare e a strisciare, tra gli 8 e i 9 mesi, e apprende a stare in piedi intorno ai 10, specifici gruppi muscolari sono attivati, sviluppando risorse aggiuntive per il grounding . Ancora più tardi, più muscoli vengono usati per stabilizzarsi e guadagnare solidità nell’equilibrio sulla terra.

Tra i 3 e i 6 anni, i cambiamenti sono più sottili visto che il bambino comincia a crescere di peso e usa nuovi muscoli che si sono attivati nelle pelvi. Il corpo continua a giocare il suo ruolo persino quando il locus del grounding si sposta all’area cognitiva (formazione di opinioni) e alle relazioni con i pari e in gruppo (solidarietà/performance).

Riferimenti

  • Macnaughton, I. (2004). Body, Breath & Consciousness. A Somatics Anthology. North Atlantic Books
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