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Trauma da Shock e Trauma dello Sviluppo: differenze

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Il trauma da shock si sussegue all’impatto di incidenti devastanti e acuti che lasciano un individuo intrappolato nella paura e nel tempo, è clinicamente riconosciuto e trattato sotto la diagnosi di disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Nel trauma da shock di un singolo evento, la risposta istintiva, orientata alla difesa, è sopraffatta, il completamento dell’azione attacco-fuga non è possibile e l’individuo resta intrappolato dunque in una risposta orientata alla difesa incompleta. L’obiettivo della terapia è aiutare gli individui a uscire fuori dal freezing (congelamento) e completare le risposte attacco-fuga, anche dopo anni dall’evento traumatico.
Il trauma dello sviluppo, invece, causa la costante attivazione del sistema nervoso autonomo che si esprime in modalità croniche che comportano, se protratte nel tempo, a deficit dello sviluppo fisiologico e psicologico. Nel trauma dello sviluppo – che può includere specifici traumi da shock a un’età precoce, profonde e continuative mancanze di sintonizzazione come nel trauma da attaccamento, così come costanti abusi e/o trascuratezza – la risposta fisiologica può essere simile a quella del trauma da shock, ma le dinamiche del trauma in sé sono abbastanza diverse. Di solito, con il trauma dello sviluppo, non vi è un singolo evento traumatizzante ma piuttosto esperienze continuative di trascuratezza, abuso o difficoltà nella relazione di attaccamento con il caregiver.

La natura precoce e la cronicità del trauma da sviluppo, assieme all’elemento relazionale ancora più grave se i genitori sono gli abusanti, crea sfide importanti e significative da affrontare nella terapia.
Gli attuali studi sulla traumatologia dello sviluppo mostrano che gli effetti cumulativi dell’abuso e della trascuratezza cronici nella prima fase di vita influenzano negativamente lo sviluppo del cervello e hanno conseguenze disfunzionali sul sistema nervoso, endocrino e sulla memoria. Molti mostrano che il trauma di natura relazionale è più impattante del trauma da fonti che non hanno a che fare con gli esseri umani. Infatti, si crede attualmente che gravi traumi relazionali possano essere così potenti da sovrastare ogni aspetto della capacità di un individuo a fronteggiare le avversità. A causa dei deficit psicologici e fisiologici permanenti derivanti da abuso relazionale, neglect e attaccamento disregolato, è stata presa in considerazione una nuova diagnosi differenziale per il trauma dello sviluppo. Nel quadro della richiesta per questa nuova categoria diagnostica, Bessel van der Kolk, MD, e altri hanno mostrato che il trauma ha il suo impatto più pervasivo durante la prima decade di vita. I bambini abusati spesso esperiscono un ampio spettro di ritardi dello sviluppo, incluse abilità cognitive, di linguaggio, motorie e di socializzazione. I criteri diagnostici per il PTSD non sono sensibili alle questioni dello sviluppo e pertanto non descrivono adeguatamente l’effetto del trauma, dell’abuso e della trascuratezza continuativi infantili sullo sviluppo del bambino.

Gli stressor cronici familiari e il trauma relazionale, particolarmente all’inizio della vita, aumentano il rischio per disturbi fisiologici, psicologici e sociali, i cui sintomi e trattamenti differiscono significativamente dall’approccio clinico tradizionale per il PTSD. La nuova diagnosi proposta di trauma dello sviluppo affronta numerosi aspetti chiave unici al trauma costante avvenuto all’inizio di vita. Il trauma dello sviluppo può portare a cambiamenti duraturi nella neurobiologia, nel comportamento, nello sviluppo, e nella salute fisica, con conseguenze nelle distorsioni dell’identità e nella disregolazione delle relazioni.

Riferimenti

  • Heller, L. & LaPierre, A. (2012). Healing Developmental Trauma. North Atlantic Books

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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