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Questa è l’ennesima volta che sto con un survivor

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A volte capita che un partner realizzi che per l’ennesima volta si è trovato in una relazione con un survivor di abuso sessuale. Secondo l’OMS, 1 donna su 4 è stata vittima di violenza quindi non è sorprendente che ciò avvenga. Ma se è un partner ricorrente di vittime di abuso o violenza vi è probabilmente una ragione che dovrebbe essere esaminata meglio.

“‘Oh no, non di nuovo’ è stato il mio primo pensiero quando mi ha detto che credeva che suo padre l’avesse molestata quando aveva 9 anni. Sono passato attraverso quest’esperienza con tre altre donne e lei è la quarta vittima di incesto. Non me lo aspettavo proprio, e ho il dovere di sapere cosa cercare per scoprire come mai è accaduto nella mia famiglia. Sto iniziando a pensare che ci sia qualcosa di me che le attrae. Pensavo che fosse così sana, ma poi “wham!”: è successo di nuovo.”

Le relazioni iniziano con un processo di selezione in cui due persone sono attratte l’un l’altra e si sentono bene a stare insieme basandosi su esperienze comuni e livelli di funzionamento compatibili. I survivor all’abuso sessuale non in fase di recupero modellano il proprio comportamento sulle relazioni disfunzionali che hanno osservato e appreso da bambini. Spesso proiettano un certo tipo di bisogno. I partner che sono stati cresciuti essi stessi in famiglie disfunzionali possono rispondere a questo bisogno e sentirsi a proprio agio in una relazione dove mimano gli stessi ruoli che hanno usato oppure osservato nella propria famiglia di origine.

Ciò spesso porta a situazioni in cui le persone selezionano ripetutamente tipi simili quando iniziano le proprie relazioni. Questo porta a gravitare attorno a una persona che ricorda il genitore meno premuroso, quello con cui ci sono maggiori questioni in sospeso o che ricorda più situazioni domestiche dell’infanzia.

Riferimenti

  • Graber, K. (1991). Ghosts in the bedroom. A guide for partners of incest survivors. Health Communications. Inc.

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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