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Perchè i bambini mantengono il segreto…2 parte

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Perché i bambini rimangono in silenzio? Perché non strillano? Perché non riescono a dire all’abusante di fermarsi? Perché lo vogliono proteggere?

Come abbiamo detto, qualunque forma di abuso fisico, sessuale, emotivo prospera sotto una coltre di silenzioInoltre più del 90% degli abusi sessuali è perpetrato da qualcuno che il bambino conosce, ama o di cui si fida. In molti casi, sono genitori, nonni, cugini, zii, babysitter, vicini di casa, amici di famiglia, insegnanti, preti, ecc.

Persino quei bambini che hanno una relazione di fiducia con un adulto significativo possono trovare impossibile confidarsi.

Ad esempio, molti sono così piccoli quando subiscono l’abuso che possono non capire quello che sta accadendo oppure non sapere come dirlo. Anche quando crescono e si rendono conto di quello che è successo e che l’abuso è andato avanti per anni, si vergognano, si sentono imbarazzati e non sanno come introdurre l’argomento. Questo anche per via dei condizionamenti culturali e sociali secondo cui il sesso è considerato un argomento tabù.

L’abuso spesso inizia gradualmente; da una fase di piccole dimostrazioni di affetto o coccole si passa, in settimane o anni, a un contatto vero e proprio, a un rapporto sessuale o al sesso orale. Il bambino può trarre piacere emotivo dall’iniziale calore e contatto di questo rapporto esclusivo e quindi incoraggiarlo involontariamente. Dopo, però, via via che l’abuso va avanti, si rende conto che è sgradevole, si sente spaventato e colpevole e realizza che è sbagliato. A questo punto, il bambino crede di essere ingiustamente complice con l’abusante per aver fatto sì che l’abuso continuasse e questo rafforza ulteriormente la necessità di tenerlo segreto.

Altre ragioni alla base del silenzio sono le promesse che l’abusante fa al bambino per tenerlo tranquillo, l’assenza di una relazione di fiducia con un adulto o un rapporto con i genitori non solido e stabile abbastanza da permettere al bambino di sentirsi a proprio agio per confessare quanto accaduto. Altri sono abusati da persone di fiducia a cui vengono affidati perché, ad esempio, la madre va in ospedale o è malata; in questo caso non rivelano l’abuso per non aggravare la già complicata situazione e non essere di ulteriore peso.

I bambini, come abbiamo detto, hanno pensieri e sentimenti di confusione quali: “sta realmente accadendo?”, “è sbagliato?”, “non capisco cosa sta succedendo”, “sono intrappolato nel segreto”, oppure bloccano tutti i ricordi dell’abuso, si sentono in colpa per aver accettato dolci, denaro, giocattoli dall’abusante, o ancora sperano che l’abuso non avvenga di nuovo. Come nel caso di una bambina che pensa “magari questa volta mi porterà solo a nuotare e non mi farà sedere sopra il suo pene sott’acqua”, “magari questa volta mi abbraccerà solamente senza toccarmi lì”, “magari questa volta mi ascolterà, giocherà a palla con me, si occuperà di me, sarà solo un papà”.

Riferimenti

  • Ainscough, C., Toon, K. (2000). Breaking Free. Help for survivors of child sexual abuse. London: Sheldon Press
  • Basse, E., Thornton, L. (1991). I Never Told AnyoneWritings by Women Survivors of Child Sexual Abuse. New York: Harper
  • Blume, E.S. (1990). Secret Survivors: Uncovering Incest and Its Aftereffects in Women. New York: Ballantine Books
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