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Reagire Vs. Rispondere secondo la FFTT

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Quando continuiamo a percepire la minaccia senza rilassare il nostro corpo, il Sistema Nervoso Simpatico (SNS) diventerà e rimarrà dominante. Il SNS inonderà il nostro organismo con energie e sostanze chimiche per poter affrontare le minacce percepite. I due inesorabili obiettivi del SNS sono quelli di prepararci all’attacco o alla fuga. Per fare questo, nel nostro corpo si creerà tensione muscolare, battito cardiaco accelerato, difficoltà a deglutire così saremo pronti all’azione.

Con il SNS sempre attivo, perché le minacce percepite sono molto pervasive nell’arco della giornata, saremo sempre pronti a combattere o fuggire, ma in questo modo continueremo a perdere progressivamente le funzioni neocorticali. Man mano che quest’energia, con il passare del tempo, continuerà a salire, il nostro funzionamento neocorticale si attenuerà. Avremo, quindi, risposte sempre più automatiche davanti eventi minacciosi o stressanti e non riusciremo a mettere in atto, intenzionalmente, quello che vogliamo con la nostra volontà.

Immaginiamo che qualcuno ci muova una critica durante una riunione di lavoro e noi percepiamo questa critica come una minaccia (anche se il nostro buon senso ci fa rendere conto che non c’è nessun pericolo e che siamo al sicuro). Il nostro corpo comincia a reagire, la nostra faccia diventa rossa, i pugni si stringono, le mascelle si serrano, mentre pensiamo ai vari modi in cui doverci difendere.

Potremmo anche decidere di non voler dire niente, pensando che sia meglio lasciar passare questo momento emotivo e scegliere piuttosto di rimanere focalizzati sul contenuto della riunione e rivolgerci in modo diverso al nostro collega. Tuttavia, i sintomi corporei, quali la faccia arrossata, i pugni stretti, le mascelle serrate, ci faranno sentire ancora a disagio. Sempre durante la riunione, molto probabilmente ci sentiremo sempre più irritati dalla critica appena ricevuta dal nostro collega. Continuiamo così a pensare al commento, e quindi a percepire la minaccia. In questo modo il nostro SNS continua a produrre gli ormoni che ci fanno raggiungere picchi sempre più alti e, allo stesso tempo, perdiamo il nostro funzionamento frontale e temporale.

E così, mentre siamo ancora alla riunione, potremmo ritrovarci a rivolgere sguardi arrabbiati o commenti aggressivi al nostro collega (attacco). Oppure quando la riunione è finita potremmo ritrovarci a evitare il contatto con quella persona per giorni, settimane, mesi o persino anni (fuga).

Cosa è accaduto? La tua intenzione era semplicemente quella di ignorare il commento critico e di mantenerti fedele alla tua vera intenzione di essere compassionevole, tollerante, concentrato e dedito al tuo lavoro. Non volevi essere catturato da queste logiche interpersonali e sicuramente non volevi sviluppare e mantenere tutto quel risentimento. Eri ben consapevole che questo ti causa più danno di qualsiasi altra persona. Tuttavia, ti sei sentito come se non fossi nelle condizioni di riuscire a smettere di farlo, anche con il tuo sforzo migliore.

Riferimenti

  • Baranowsky, A.B. (2005). Trauma practice. Tools for stabilization and recovery. Hogrefe

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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