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Non riesco a capire cosa ci sia che non va

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Un numero molto alto di sopravvissuti all’abuso sessuale nega l’esistenza, la durata, la gravità o gli effetti di tutta l’esperienza traumatica. La negazione è spesso una tecnica di auto-preservazione essenziale per sopravvivere all’età adulta. Anche quando i survivor possono ricordare, integralmente o in modo frammentato, l’incesto, l’abuso sessuale, lo stupro o il neglect spesso ne negano gli effetti. Potrebbero dire, “Ho già affrontato questa cosa e l’ho lasciata alle spalle. Non ho più bisogno di parlarne”. Se il sopravvissuto non sa o non si rende conto che sta sbagliando, il partner potrebbe risultarne ancora più confuso.

Ecco cosa dice un partner: “So che c’è qualcosa che non va, ma non riesco a capire cosa sia. Lei dice che non è niente e che non sa perché si sente depressa e ha una tendenza al pianto. Penso che si fidi di me e mi direbbe cosa sta succedendo al suo interno se sapesse cosa sia. Non so se sia qualcosa che ho detto o fatto o cos’altro. Mi sento come se stessi per impazzire. Lasciami fare un passo indietro. Lei è molto emotiva e piange per qualunque piccola cosa – canzoni alla radio, pubblicità toccanti in TV, film tristi, film felici, matrimoni, per citarne solo alcune. Ha anche una sindrome premestruale molto brutta e diventa irrazionale e depressa. Ma questo non è il suo periodo del mese e tutto nella nostra vita sta andando alla grande. Non capisco proprio.”

Questo è il modo in cui un partner descriveva la situazione poco prima che il survivor recuperasse i propri ricordi. Finché la negazione opera sull’abuso sessuale o sui suoi effetti, incombe come uno spettro invisibile, dai mille sintomi inspiegabili, che trascina giù sia il sopravvissuto che il partner allo stesso modo.

Riferimenti

  • Graber, K. (1991). Ghosts in the bedroom. A guide for partners of incest survivors. Health Communications. Inc.
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