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Meditare il dolore del non-incontro, per sanare la sofferenza di un rapporto doloroso

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Meditare il dolore del non-incontro, per sanare la sofferenza di un rapporto doloroso

Può sempre accadere che un rapporto ci ferisca profondamente, nonostante la pratica e nonostante l’impegno con cui cerchiamo di rimanere presenti a noi stessi e di coltivare le nostre capacità di mindfulness.

Cosa fare quando l’anima ha preso a sanguinare e non c’è modo di fermare l’emorragia?

Uno dei momenti in cui la mindfulness si rivela più utile è proprio quando ci sentiamo arrabbiati, non compresi, non visti, calpestati dall’altro.

Come dice Rumi (XIII sec.), “la cura del dolore è nel dolore”.

 

Esercizio di consapevolezza: meditare il dolore del non-incontro

Prima di entrare in mindfulness, individua una situazione di difficoltà relazionale vissuta di recente e imposta un tempo di 20 minuti su un timer

Assumi una posizione dignitosa e fai tre respiri profondi

Accendi attivamente la luce della consapevolezza sulla circostanza spiacevole che hai scelto di portare sul cuscino. Rievocane i dettagli e poi osservati, accogliendo amorevolmente qualunque cosa si muova in te.

Presta attenzione alle sensazioni fisiche che accompagnano queste tue emozioni, ai pensieri che tendi a fare quando sei in questo stato, ai giudizi che tendi a emettere su di te o sull’altro. Studia le tue emozioni.

Aggiungi, se possibile, un’altra osservazione, sul senso di maggiore o minore familiarità che questo disagio ti evoca. Potrebbe aprirsi una porta sul tuo passato e su quello che hai imparato precocemente da un punto di vista emotivo. Potresti renderti conto allora che stai reagendo al tuo amico, collega, partner o figlio nel presente, sulla base di esperienze legate alla tua infanzia o adolescenza. Se questo è il caso e se ti è possibile, prova a fare contatto con il tuo bambino interiore che sta forse piangendo, urlando, nascondendosi. Stai lì, guardati muovere in quel contesto, prendi la mano del bambino, abbraccialo, consolalo, parlagli.

Chiedigli di cosa avrebbe bisogno e raccontagli qual è la realtà nel presente.

Quando ti senti pronto, riportati all’oggi e attingi alla compassione verso di te, verso l’altro e verso il dispiacere che vi unisce.

Chiudi la pratica con un gesto di ringraziamento a te e al tuo coraggio di stare con il disagio.

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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