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La Predisposizione genetica

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La genetica è il bagaglio di eredità del nostro corpo, è quello che abbiamo ereditato dai nostri avi, ed è quello che ci caratterizza e ci rende unici e differenti. Ma la scienza moderna ci insegna che la genetica è meno immutabile e statica e “inesorabile” di quanto fossimo abituati a pensare. Ci insegna che esiste l’epigenetica, ovvero la modalità con cui i nostri geni interagiscono con i fattori ambientali, modificando la loro espressione, e di come queste modificazioni, proprio di espressione, possano essere a loro volta trasmesse alle generazioni successive.

Quando parliamo di predisposizione genetica, quindi, non dobbiamo pensare a qualcosa che inevitabilmente accadrà, piuttosto a qualcosa che potrebbe più facilmente accadere a noi rispetto che ad altre persone. La predisposizione genetica è un potenziale fattore di rischio ma anche un potenziale fattore protettivo.

La ricerca recente sulle interazioni gene-ambiente ha identificato una serie di specifiche situazioni in cui molta della variabilità di espressione di un certo specifico gene è spiegata proprio dall’interazione tra questo, l’ambiente e, cosa ancora più interessante, le esperienze dell’individuo.

Genetica, ambiente, esperienze dell’individuo operano in sinergia come variabili da cui non si può prescindere parlando di epigenetica.

È interessante notare che alcuni degli esempi più emblematici di interazione gene-ambiente implicano una storia di maltrattamenti infantili.

Alcuni individui sono più suscettibili allo stress e al trauma, così come alle conseguenze sulla salute fisica e mentale (come il rischio di sviluppare un disturbo post-traumatico)  successive all’esposizione di un evento traumatico.

Questa diversa vulnerabilità è probabilmente influenzata da una predisposizione genetica e da caratteristiche specifiche dello stress in sé (natura, intensità e durata), così come da meccanismi epigenetici ereditati dalla storia di vita passata e trasmessi alle generazioni successive.

Il nostro DNA non è il nostro destino” titolava il Times nel 2000, non possiamo, ancora, agire sulla singola molecola, ma possiamo certamente agire sull’ambiente e sui fattori di rischio.

Riferimenti

  • Friedman, M.J., Keane, T.M., Resick, P.A. (Eds.). (2014). Handbook of PTSD. Science and Practice. Second edition. The Guilford Press
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