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Il disturbo da lutto prolungato

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Il disturbo da lutto prolungato

Nella nuova edizione del DSM-5 TR, è stato inserito un nuovo disturbo post-traumatico: il disturbo da lutto prolungato.

Di seguito i criteri diagnostici:

A. La morte, almeno 12 mesi prima, di una persona che era vicina all’individuo (per i bambini e adolescenti, almeno 6 mesi prima)

B. Dalla morte, lo sviluppo di una persistente risposta al lutto caratterizzata da uno o entrambi i seguenti sintomi, che sono stati presenti la maggior parte dei giorni in misura clinicamente significativa. Inoltre, il sintomo (o i sintomi) si è verificato quasi ogni giorno almeno nell’ultimo mese:

  1. Intensa nostalgia/desiderio del defunto
  2. Preoccupazioni per i pensieri o i ricordi della persona deceduta (nei bambini e negli adolescenti, la preoccupazione può concentrarsi sulle circostanze di morte.

C. Dal momento della morte, almeno tre dei seguenti sintomi sono stati presenti la maggior parte dei giorni in misura clinicamente significativa. Inoltre, i sintomi si sono verificati quasi ogni giorno almeno nell’ultimo mese:

  1. Disgregazione dell’identità (per es., sensazione che una parte di sè stessi sia morta) dalla morte
  2. Marcato senso di incredulità per la morte
  3. Evitamento dei ricordi sul fatto che la persona sia morta (in bambini e adolescenti può essere caratterizzato da sforzi per evitare i ricordi)
  4. Intenso dolore emotivo (rabbia, amarezza, tristezza) legato alla morte
  5. Difficoltà di reinserimento nelle proprie relazioni e attività dopo la morte (per es., problemi di coinvolgimento con gli amici, perseguire i propri interessi o pianificare il futuro)
  6. Insensibilità emotiva (assenza o marcata riduzione dell’esperienza emotiva) a seguito della morte
  7. Sentire che la vita è priva di significato come risultato della morte
  8. Intensa solitudine come risultato della morte

D. Il disturbo provoca angoscia clinicamente significativa o compromissione nel funzionamento sociale, occupazionale o in altre importanti aree

E. La durata e la gravità della reazione al lutto superano chiaramente le norme sociali, culturali o religiose previste per la cultura e il contesto di appartenenza

F. I sintomi non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale, come il disturbo depressivo maggiore o il disturbo da stress post-traumatico e non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza (per es., farmaci, alcol) o un’altra condizione medica

 

Si distingue dal lutto normale per la presenza di gravi reazioni al lutto che persistono per almeno 12 mesi. A differenza del disturbo depressivo, l’angoscia è focalizzata sui sentimenti di perdita e separazione di una persona cara piuttosto che riflettere un basso umore generalizzato.

Gli individui che vivono un lutto come esito di una morte violenta o accidentale possono sviluppare sia un PTSD sia un disturbo da lutto prolungato. Entrambe le condizioni possono comportare pensieri intrusivi ed evitamento.

Mentre le intrusioni del PTSD ruotano intorno all’evento traumatico (che potrebbe aver causato la morte della persona cara), i ricordi intrusivi nel disturbo da lutto prolungato si focalizzano sui pensieri riguardo i molti aspetti della relazione con il defunto, inclusi gli aspetti positivi della relazione e l’angoscia per la separazione. L’evitamento nel disturbo da lutto prolungato riguarda i

ricordi che testimoniano che la persona amata non è più presente (per es., evitamento di attività svolte insieme al defunto). Non sembra essere presente, inoltre, la percezione di rivivere le esperienze come se stessero accadendo nel “qui e ora”, e si manifesta una nostalgia per il defunto che è assente nel PTSD.

Autore/i dell'articolo

Dott.ssa Antonella Montano

Dott.ssa Antonella Montano

  • Fondatrice e Presidente della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
  • Fondatrice e Direttrice dell’Istituto A.T. Beck per la terapia cognitivo-comportamentale di Roma e Caserta
  • Fondatrice e Vicepresidente CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Certified Trainer/Consultant/Speaker/Supervisor dell’ACT (Academy of Cognitive Therapy)
  • MBSR teacher. Expert Yoga Trauma teacher certificata Yoga Alliance®-Italia/International
  • Membro dell’IACP (International Association of Cognitive Psychotherapy)
  • Membro dell’ESTD (European Society for Trauma and Dissociation)

Dott.ssa Roberta Borzì

Dott.ssa Roberta Borzì

  • Componente del comitato scientifico della Onlus Il Vaso di Pandora, la Speranza dopo il Trauma.
  • Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.
  • Vanta esperienza clinica in ambito adulto, e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo, problematiche sessuali, disturbi di personalità con la Schema Therapy, in cui è formata attraverso training specifici e supervisione con esperti del settore. Ha anche conseguito entrambi i livelli della formazione in EMDR.
  • Socio Fondatore CBT-Italia – Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale.

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