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Abusi sessuali su minori

L’abuso sessuale sui minori (Child sexual abuse-CSA) colpisce individui, famiglie e comunità appartenenti a differenti classi socioeconomiche e diverse aree geografiche. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), circa 150 milioni di bambine e 73 milioni di bambini sotto i 18 anni sono stati vittime di episodi di violenza e sfruttamento sessuale nel 2002. Studi provenienti da diversi paesi del mondo dimostrano che approssimativamente il 20% delle donne e il 5-10% degli uomini hanno subito abusi sessuali da bambini (WHO, 2006)

Con il concetto di abuso sessuale si definisce il coinvolgimento di un minore in atti sessuali che non comprende completamente, per i quali non è in grado di acconsentire o per i quali il bambino non ha ancora raggiunto un livello di sviluppo adeguato, o che violano la legge o i tabù sociali. I minori possono essere abusati sessualmente sia da adulti che da altri minori che sono, in ragione della loro età o livello di sviluppo, in una posizione di responsabilità, fiducia o potere nei confronti della vittima (WHO, 1999).

La definizione legale di molestia su minore considera abuso ogni atto di una persona (adulto o altro minore) che con la forza, la coercizione o le minacce costringa un minore ad avere qualsiasi forma di contatto sessuale o di attività sessuale. L’abuso sessuale include rapporti sessuali e/o  comportamenti che prevedono toccamenti sessuali del minore, molestie senza toccamento e utilizzo del minore a scopo sessuale. A volte può non esserci nessun contatto fisico e l’abuso può avvenire online, tramite chat e/o webcam.

I toccamenti sessuali includono:

  • Accarezzamenti
  • Far toccare a un minore i genitali di un adulto
  • Penetrare la vagina o l’ano di un minore, sia con il pene che con qualsiasi oggetto che non abbia uno scopo puramente medico

Molestie senza toccamento:

  • Esposizione indecente di parti sessuali o esibizionismo
  • Mostrare ai minori materiale pornografico
  • Far assistere deliberatamente il minore a un rapporto sessuale
  • Masturbarsi davanti a un minore

Utilizzo del minore a scopo sessuale:

  • Sollecitare/obbligare un minore a prostituirsi
  • Utilizzare un minore come modello per film o fotografie pornografiche

Nell’abuso online il minore può essere forzato a:

  • Inviare o postare immagini sessualmente esplicite di se stesso
  • Prendere parte ad attività sessuali tramite webcam o smartphone
  • Avere conversazioni sessuali tramite messaggi di testo o chiamate

Si stima che l’89% dei bambini abusati conosca l’autore, e che questo sia una persona di fiducia e conosciuta dalla famiglia. Il 30% dei bambini viene abusato da un familiare (Finkelhor&Shattuck, 2000). Nell’ambito di numerosi studi, è stato possibile osservare come le vittime di un abuso sessuale infantile rivelassero molto raramente l’accaduto (Ullman, 2008) o lo facessero dopo molto tempo (Collin-Ve´zina, Sablonni, Palmer e Milne, 2015; Hershkowitz, Lanes, & Lamb; 2007; McElvaney, 2015).L’età media di divulgazione degli abusi, infatti, risulta intorno ai 52.2 anni (Spröber et al,2014). A causa della divulgazione ritardata e delle rare azioni penali, la stragrande maggioranza degli autori di abusi sessuali su minori non viene mai arrestato e rimane sconosciuto.
La divulgazione ritardata può essere dovuta a una varietà di fattori quali la gravità dell’abuso, il genere e le reazioni sociali alla divulgazione. I maschi risultano meno inclini a rivelare un abuso, spesso anche a causa di fattori ambientali, quali atteggiamenti sociali che promuovono l’iper- mascolinità, una percezione negativa di uomini come vittime e atteggiamenti omofobi (Easton et al., 2014; Gagnier & Collin-Ve´zina, 2016). Le vittime di abusi intra-familiari, quando l’autore del reato è un genitore, un caregiver, un membro significativo della famiglia, hanno meno probabilità di rivelare la violenza subita (Leclerc & Wortley, 2015; Schaeffer et al., 2011). Vergogna, senso di colpa e paura sono stati identificati, inoltre, come fattori significativi che scoraggiano la divulgazione (Collin-Ve´zina et al., 2015; McElvaney et al., 2014). La divulgazione può essere ostacolata, inoltre, quando i membri della comunità di supporto non sono disponibili, o non sono capaci di fornire risposte sensibili, o quando i bambini vittime pensano di non potere essere creduti (Collin -Ve´zina et al., 2015).

Nonostante questi dati, tuttavia, vi possono essere alcuni fattori facilitanti nella divulgazione dell’abuso. Tra i fattori interni, vi è la presenza di sintomi diventati insopportabili, maggiore percezione di efficacia e il rendersi conto dell’offesa subita (Collin-Ve´zina et al., 2015; Easton, 2013; McElavaney, Greene, & Hogan, 2014). Tra i fattori ambientali, vi è la possibilità di ricevere consulenza e supporto, di partecipare a sessioni informative, seminari educativi e programmi di prevenzione su i CSA (Jensen et al., 2005). Tra i facilitatori relazionali, vi è la possibilità di poter “raccontare” (McElavaney et al., 2014). Nello studio di Gagnier e Collin-Ve´zina (2016), le esperienze di divulgazione positiva sono state descritte dai partecipanti come quelle situazioni in cui la vittima si era sentita ascoltata, al sicuro, creduta e non giudicata dalla persona a cui si era rivolta.

QUALI SONO GLI EFFETTI DI UN ABUSO SESSUALE SU UN MINORE?

Numerosi studi hanno mostrato come una storia di CSA abbia effetti negativi sulla salute psichica, sociale, comportamentale e fisica del soggetto (Cashmore & Shackel, 2013; Gilbert et al., 2009; Putnam, 2003). La presenza di stress traumatici sperimentati in una fase precoce dello sviluppo sembrerebbe essere predittiva della durata e gravità di una vasta gamma di sintomi e disturbi, tra cui il PTSD, la depressione, la dissociazione, i disturbi somatici, i problemi nel sonno e nel funzionamento sessuale, l’abuso di sostanze, il comportamento alimentare, la disregolazione emotiva, l’aggressività e i problemi interpersonali (Follette e Vijay, 2008). In soggetti vittime di CSA sono molto alti i tassi di ideazione suicidaria e di suicidio (Gladstone et al., 2004).
Fattori aggravanti, quali l’età precoce, uno stretto rapporto con l’abusante, la mancata risposta di un caregiver, un ambiente non protettivo e non supportivo all’interno e all’esterno della famiglia, inoltre possono favorire l’esposizione a ulteriori vittimizzazioni nel corso della vita (Follette e Vijay, 2008).

COME DIMOSTRARE UN ABUSO SESSUALE

Nel caso di abuso sessuale su minore, spesso il/la bambino/a è il solo testimone e le affermazioni della vittima possono essere l’unica dimostrazione. In questi casi, il problema principale può essere “il credere alle affermazioni del minore”. False accuse di CSA, tuttavia, si verificano raramente con tassi che vanno dal 2 al 5% (O’Donohue, Cummings e Willis, 2018). Molto più comune, come abbiamo scritto in precedenza, sono i casi di non divulgazione o divulgazione ritardata. Generalmente i casi in cui ci sono prove definite ed evidenze oggettive sono l’eccezione, ma esistono alcuni segnali. Il primo indicatore di un abuso può non essere una evidenza fisica, ma piuttosto un cambiamento o un comportamento anomalo. Poiché è difficile accettare che possano esserci stati abusi su un minore, spesso gli adulti interpretano erroneamente i segnali e le emozioni dei bambini.A volte, anche davanti alla rivelazione da parte di un minore di un abuso, le reazioni degli adulti possono essere di incredulità e rifiuto.

Gli abusi sessuali vengono scoperti:

  • Direttamente: la vittima o un familiare della vittima fa alcune affermazioni sull’abuso, cercando aiuto
  • Indirettamente: attraverso testimoni o se la vittima contrae una malattia sessualmente trasmissibile o rimane incinta

QUALI ELEMENTI OSSERVARE SE SI SOSPETTA UN ABUSO SESSUALE

In base all’età, i bambini vittime di abusi sessuali possono esibire alcuni comportamenti.

Da 0 a 3 anni:

  • Paura o pianti eccessivi
  • Vomito
  • Problemi di allattamento/alimentazione
  • Disturbi intestinali
  • Disturbi del sonno
  • Difficoltà di crescita
  • Difficoltà a ricordare come parlare o non essere in grado di farlo
  • Agire l’evento traumatico durante il gioco

Da 2 a 9 anni:

  • Paura di determinate persone, posti o attività
  • Regressione a comportamenti precedenti come bagnare il letto o avere paura degli estranei
  • Essere insolitamente appiccicosi con un genitore o un altro adulto
  • Vittimizzazione di altre persone
  • Eccessiva masturbazione
  • Emozioni di vergogna o colpa
  • Incubi o disturbi del sonno
  • Isolamento dalla famiglia o dagli amici
  • Paure ricorrenti di essere attaccato/a
  • Disturbi alimentari

In bambini più grandi o adolescenti:

  • Depressione
  • Incubi e disturbi del sonno
  • Basso rendimento scolastico
  • Promiscuità
  • Abuso di sostanze
  • Aggressività, comportamenti distruttivi o irrispettosi
  • Fughe da casa
  • Disturbi alimentari
  • Gravidanza o matrimonio precoci
  • Comportamenti suicidi
  • Rabbia nell’essere forzati da qualcuno
  • Comportamenti pseudo-maturi

COSA PUOI FARE

Prevenzione: Finkelhor (1984) ha identificato quattro condizioni preliminari che devono essere presenti affinché si verifichi un CSA. La prima condizione è la presenza di un autore motivato ad abusare sessualmente di un bambino. La seconda è la capacità del colpevole di superare le inibizioni interne personali. In terzo luogo, l’autore del reato deve essere in grado di superare le barriere esterne(come la supervisione dei genitori e le forti relazioni genitore / figlio). La quarta condizione preliminare è che l’autore deve essere in grado di superare la resistenza del bambino.Questa concettualizzazione dimostra la necessità di un approccio di prevenzione multiforme e identifica diverse opportunità, soprattutto rispetto ai punti 3 e 4.Tali interventi possono essere svolti sia dalla società, sia dalla scuola, ma soprattutto coinvolgendo le figure genitoriali.

I genitori, infatti, possono svolgere un ruolo significativo come protettori dei loro figli attraverso due percorsi:

  • Direttamente, attraverso le forti barriere esterne offerte dalla supervisione, dal monitoraggio e dal coinvolgimento dei genitori. Si è osservato come l’assenza di un valido tutore favorisca il verificarsi della violenza, soprattutto nel caso di un CSA, in cui un colpevole ha bisogno di una certa privacy con un bambino (Leclerc, Smallbone, & Wortley, 2015)
  • Indirettamente, promuovendo l’autoefficacia, la competenza, il benessere e l’autostima dei propri figli, facendo quindi in modo che i bambini siano con minore probabilità obiettivi di abuso (Leclerc et al., 2011) e più in grado di rispondere adeguatamente ai tentativi di violenza e più capaci di rivelare l’accaduto nel caso si dovesse verificare un CSA (Finkelhor, 1984).

Alcuni studi, affermano che possa essere utile parlare con i bambini della possibilità che si verifichino dei CSA. Tuttavia, non esistono molte evidenze empiriche riguardo l’efficacia della discussione genitoriale (o dei programmi di prevenzione scolastica) come metodo per contrastare i CSA. Anzi, in alcuni casi, con i bambini più piccoli (4-8anni), questi argomenti potrebbero portare a una mancanza di fiducia nel prossimo e paura/diffidenza nei confronti del contatto e degli incontri normali (Rudolph et al., 2018)

Supporta i minori vittime di abuso sessuale: Molte ricerche hanno rivelato che le vittime di CSA che non hanno mai divulgato l’abuso o che hanno ritardato la divulgazione riportano un maggiore disagio psicologico in età adulta, per tale motivo risulta importante creare le condizioni per parlarne e supportare il bambino nel momento della rivelazione. I bambini hanno bisogno di sapere che possono parlare con un adulto di cui si fidano e che saranno creduti. Le vittime di abusi necessitano di essere rassicurate e di sentirsi ripetere che non sono responsabili di ciò che è accaduto loro. In effetti, diversi studi hanno indicato che i bambini, vittime di CSA, con ambienti familiari positivi e alti livelli di supporto hanno conseguenze meno gravi a lungo termine, rispetto ai loro coetanei che hanno riportato un minore supporto parentale (Charuvastra & Cloitre, 2008). Al contrario, la mancanza di intervento o la carenza di comportamenti protettivi da parte dei genitori, in seguito alla conoscenza del CSA, può contribuire alla percezione di se stessi come non meritevoli di stima e una visione degli altri come non disponibili nel fornire aiuto nel momento del bisogno.

Denuncia: se sospetti un abuso sessuale o pensi che un minore possa essere in pericolo, denuncia alle autorità locali (servizi sociali). Coloro che lavorano con i bambini possono rivolgersi alle forze dell’ordine, al tribunale dei minori o, ad esempio, chiamare il Telefono Azzurro, il Centro Nazionale Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Istituto degli Innocenti, ecc.
Ricorda: potresti essere l’unica persona che può aiutare la vittima di un abuso!

Riferimenti

  • Cashmore, J., & Shackel, R. (2013). The long-term effects of child sexual abuse. Canberra, Australia: Australian Institute of Family Studies. Retrieved from https://aifs.gov.au/cfca/publications/longterm-effects-child-sexual-abuse
  • Charuvastra, A., & Cloitre, M. (2008). Social bonds and posttraumatic stress disorder. Annual Review of Psychology, 59, 301–328
  • Collin-Ve´zina, D., Sablonni, D. L., Palmer, A. M., & Milne, L. (2015). A preliminary mapping of individual, relational, and social factors that impede disclosure of childhood sexual abuse. Child Abuse & Neglect, 43, 123–134.
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