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Terapia per l’abuso nei bambini

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Le famiglie, al giorno d’oggi, sono sovraccaricate da numerose attività relative alla conduzione della vita quotidiana e dei figli stessi (sport, ripetizioni, associazioni, ecc.). Inoltre hanno spesso un lungo orario lavorativo e questo rende necessario scegliere a quali attività dare la priorità. Ciò però non sempre è facile.

Nel trattamento per i traumi, la natura sgradevole dell’argomento e l’impegno previsto si associano all’esposizione a eventi che provocano ansia e dolore. Queste sono solo alcune delle ragioni che possono indurre le famiglie a rinunciare all’idea di intraprendere una terapia (se non se ne parla, se ne dimentica) o ad abbandonarla, appena iniziata (è meglio che si distragga facendo cose più divertenti piuttosto che pensare a quello che è successo). È questo il motivo per cui chi comincia un trattamento deve vederne da subito il vantaggio, l’accessibilità e il coinvolgimento al fine di sentirsi motivato a proseguire. È anche importante che l’approccio sia il più efficiente possibile proprio perché il tempo è una risorsa limitata per molte famiglie e il rischio di abbandono diventa dunque elevato.

È stato per questo che la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) ha integrato per i bambini abusati interventi creativi come la musica, il gioco, l’arte, il teatro, che si sono dimostrati tutti efficaci per trattare i problemi dell’infanzia. Recentemente i professionisti della salute mentale hanno espressamente dichiarato l’importanza di integrare le tecniche della terapia basata sul gioco con la TCC standard nel trattamento dei traumi infantili.

Il gioco infatti aumenta il coinvolgimento, riduce le difese e fornisce ai bambini la capacità di comunicare in modo confortevole e pertinente con modalità verbali e non verbali. La TCC standard fornisce struttura, direzione, focus sul presente e lo sviluppo di tutte quelle abilità necessarie alla riduzione dei sintomi e all’acquisizione di altre competenze. L’integrazione della terapia basata sul gioco con la terapia cognitivo-comportamentale permette di unire due approcci complementari, usufruendo contemporaneamente dei vantaggi di ognuno per creare un nuovo modello, per erogare un trattamento altamente efficace che sia ben studiato in modo tale da essere coinvolgente e significativo sia per il bambino che per il caregiver stesso.

Ogni session segue una routine in cui il clinico stabilisce le aspettative comportamentali e le motivazioni sottostanti. Questo contribuisce a creare un senso di familiarità e di continuità lungo tutte le sessioni. La routine inizia con la discussione degli obiettivi comportamentali, ad esempio seguire le indicazioni. Ci sarà un sistema di rinforzo a gettoni (ottenere premi per aver raggiunto tutti gli obiettivi), la psicoeducazione su ogni argomento affrontato quel giorno, i role play, i giochi terapeutici strutturati per quella sessione e l’elaborazione della sessione stessa. Questa si concluderà con una valutazione della perfomance comportamentale del bambino, la documentazione e la distribuzione dei premi.

La terapia cognitivo-comportamentale basata sul gioco contiene un curriculum (programma) in cui ogni sessione copre specifiche aree rilevanti. I bambini faranno esperienza e padroneggeranno prima delle abilità generiche e di coping e poi, solo dopo averle revisionate, le applicheranno nelle attività di elaborazione dell’abuso.

Riferimenti

  • Springer, C.I. & Misurell, J.R. (2015). Game-Based Cognitive Behavioral Therapy for Child Sexual Abuse. An Innovative Treatment Approach. Springer Publishing Company
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