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Perché è importante ricordare

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Quando sei stato abusato, potrebbe esserti capitato che quelli intorno a te abbiano agito come se nulla fosse successo. Come conseguenza a questo, a volte, potresti aver sentito come se l’abuso non fosse avvenuto o non fosse reale. È a causa di questo che ti senti confuso e non riesci a fidarti delle tue stesse esperienze e percezioni. Inoltre, la negazione da parte degli altri ti ha portato a sopprimere i ricordi, oscurando ulteriormente l’accaduto.

Molte persone che hanno subìto un abuso, infatti, spesso sono così piccole che possono non capire quello che sta accadendo oppure non sapere come dirlo. Anche quando crescono e si rendono conto di quello che è successo e che l’abuso è andato avanti per anni, si vergognano, si sentono imbarazzate e non sanno come introdurre l’argomento. Questo anche per via dei condizionamenti culturali e sociali secondo cui il sesso è considerato un argomento tabù .

Altre ragioni alla base del silenzio sono le promesse che l’abusante fa al bambino per tenerlo tranquillo, l’assenza di una relazione di fiducia con un adulto o un rapporto con i genitori non solido e stabile abbastanza da permettere al bambino di sentirsi a proprio agio per confessare quanto accaduto. Altri sono abusati da persone di fiducia a cui vengono affidati perché, ad esempio, la madre va in ospedale o è malata; in questo caso non rivelano l’abuso per non aggravare la già complicata situazione e non essere di ulteriore peso.

In altri casi possono esserci delle minacce implicite o esplicite.

Il bambino, infatti, può venire minacciato di essere allontanato dalla famiglia se non coopera e mantiene il segreto. Gli viene prospettata la possibilità di essere mandato via, in una famiglia affidataria o un istituto. Comincerà quindi a immaginare la sua situazione futura, in cui si sentirà solo e abbandonato, morirà di freddo, di fame, non avrà più nessuno che gli voglia bene e il suo cuore, come il suo fisico, ne moriranno.

Come minaccia l’abusante potrebbe anche far del male o addirittura uccidere degli animali domestici ai quali il bambino è affezionato, dicendo che, qualora quest’ultimo parlasse, farà la stessa fine.

Se l’abuso è compiuto da un genitore questo spesso può far credere al bambino che verrà cacciato qualora venisse scoperto.

Come porre fine alla negazione, quindi? Ricordando. Permettere a te stesso di ricordare è un modo per confermare nella tua mente che non hai solo immaginato. Poiché la persona che ha abusato di te non ha riconosciuto la tua sofferenza, potresti forse anche aver pensato che non è stato così brutto come hai creduto che fosse. Al fine di riconoscere a te stesso che è stato davvero brutto, hai bisogno di ricordare il maggior numero possibile di dettagli. Negando quello che ti è successo, stai facendo esattamente quello che ti hanno fatto gli altri in passato: stai negando e rinnegando te stesso.

Come risultato dei tentativi di bloccare le tue paure e il tuo dolore, hai bloccato anche le cose positive, insieme a quelle negative. Giorni, mesi, anni della tua infanzia possono essere stati cancellati dalla tua memoria. È come se in quel periodo tu non fossi proprio esistito. Ma tu sei esistito. Sei andato a scuola, ti sei fatto degli amici, hai praticato degli sport.

Ricordare i momenti dolorosi, non necessariamente i dettagli ma anche le circostanze in cui sono avvenuti, ti aiuterà a rievocare anche i momenti belli dimenticati e a “risistemare” la tua infanzia.

Riferimenti

  • Engel, B. (1989). The right to innocence. Healing the trauma of childhood sexual abuse. Ballantine Books.
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