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La terapia basata sulla narrazione per l’elaborazione dei traumi di cui si ha ricordo

Fino a quando il trauma non assume significato, siamo distrutti, sconvolti e confusi da un vortice di informazioni contraddittorie che ci rendono incapaci di prendere decisioni. Ma, dato che ci troviamo costretti a dare un senso ai fenomeni e agli oggetti che ci “parlano”, abbiamo modo di dipanare la nebbia tramite lo strumento della narrazione.

In questo caso, la narrazione diventa un modo per lavorare sul significato. Non tutte le storie, comunque, possono essere condivise,i loro contenuti spesso devono essere adattati per conformarsi alle persone che trovano difficile ascoltarli. L’esperienza traumatica viene trasformata in una narrazione facendo due cose: esternalizzando gli eventi e collocandoli nel tempo.

L’ascoltatore deve essere lì, ma deve rimanere in silenzio. A volte il testimone esiste solo nell’immaginazione del soggetto ferito: un ascoltatore virtuale, che può essere rappresentato anche da un foglio di carta, presente mentre si racconta la propria storia. Per coloro le cui anime sono state distrutte, la narrazione è un atto che dà la sensazione che “gli eventi si raccontino da soli”.

I ricordi di immagini attraversano le menti, e sono incorniciati da parole che li commentano e li spiegano, un attimo di esitazione e poi cominciano a descrivere la scena. Grazie a questo lavoro, la terapia basata sulla narrazione può lentamente estrarre l’evento dal sé.

L’esposizione narrativa ri-colloca gli eventi significativi del passato. “C’è un modo in cui il passato, l’assente, il defunto può ritornare al mondo presente vivente, a livello di testi e di immagini, a livello di rappresentazione. Così diventa ri-presentazione”.

Riferimenti

  • Cyrulnik, B. (2005). Talking of Love. How to overcome Trauma and Remake Your Life Story. Penguin
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