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Disturbo da stress post-traumatico complesso (CPTSD) / Disturbo da stress estremo non altrimenti specificato (DESNOS) e abuso sessuale infantile

Il CPTSD/DESNOS (disturbo da stress post-traumatico complesso/disturbo da stress estremo non altrimenti specificato, dalla denominazione inglese Complex Post-Traumatic Stress Disorder/Disorder of Extreme Stress Not Otherwise Specified) è un quadro complesso, sfaccettato e pervasivo di sintomi che possono insorgere quando una persona ha subìto un trauma o una serie di traumi gravi, prolungati o ripetuti, come ad esempio abusi sessuali infantili ricorrenti. Queste esperienze traumatiche alterano lo sviluppo dell’individuo e causano dei sintomi che interessano la sfera fisica, emotiva, interpersonale e sociale (Luxenberg et al., 2001).
I traumi interpersonali precoci, come l’abuso sessuale, possono alterare 6 macro-aree, ciascuna associata a manifestazioni sintomatologiche specifiche.

  1. La regolazione delle emozioni e il controllo degli impulsi: la persona non riesce a regolare le emozioni intense, che sopraggiungono improvvisamente e vengono percepite come intollerabili, tanto da innescare comportamenti impulsivi, quindi delle condotte disfunzionali e auto-distruttive come auto-lesionismo, abuso di sostanze, abuso di alcool, abbuffate, guida spericolata, rapporti sessuali non protetti, ecc.
  2. L’attenzione e la consapevolezza: il sopravvissuto non riesce a rimanere in contatto con sé e/o con l’ambiente circostante (sintomi dissociativi) o a focalizzarsi su uno stimolo rilevante, spesso al fine di sottrarsi ai pensieri, ricordi, sensazioni fisiche ed emozioni legati alle esperienze traumatiche. Si tratta di sintomi dissociativi che consentono di non entrare in contatto con il proprio corpo o con la realtà, e in molti casi si presentano delle amnesie sul proprio passato ma anche su eventi della quotidianità.
  3. La percezione di sé: la persona sviluppa una visione di sé come debole, incapace, impotente, danneggiata, difettata, “marchiata”. Prova cronicamente senso di colpa e vergogna perché si ritiene responsabile di ciò che è accaduto, quindi è convinta che il “brutto sé” e la propria incapacità di difendersi abbiano causato l’evento traumatico.
  4. I rapporti interpersonali: le relazioni sono percepite come pericolose, stante l’incapacità di fidarsi delle altre persone che vengono viste come minacciose o non in grado di aiutarli e comprenderli. Il sopravvissuto presenta delle difficoltà a entrare in intimità con gli altri, elevata sospettosità, condotte aggressive, tendenza all’isolamento sociale e incapacità di chiedere direttamente aiuto.
  5. I sistemi di significato: la persona sviluppa una visione negativa di sé, degli altri e del mondo. Pensa che la vita non abbia più senso, che il proprio futuro sia già stato scritto, un futuro caratterizzato da sofferenze e abusi, come se il passato diventasse il presente e il futuro, tutto visto con “lenti di colore nero”.
  6. La somatizzazione: si manifestano sintomi cronici e invalidanti a livello somatico (dolori addominali, nausea, vomito, mal di testa, ecc.) che i professionisti della salute non riescono a ricondurre a un disturbo medico, dal momento che sono il risultato delle modificazioni neuro-biologiche che si innescano in risposta agli eventi traumatici e che, inoltre, rappresentano una modalità inconsapevole di comunicazione del dolore emotivo.

Se vuoi un ulteriore approfondimento, visita la sezione relativa a Judith Herman.

Sono presenti, inoltre, tutti i sintomi intrusivi del PTSD, come i flashback (percezioni di rivivere l’evento traumatico),  ricordi o incubi ricorrenti legati all’evento.

I dati mostrano che tra le persone che cercano aiuto in centri specializzati sul trauma e i rifugiati il 61% presenta CPTSD/DESNOS, mentre solo il 25% riporta sintomi di PTSD (Cloitre et al., 2018; Vallieres et al., 2018), quindi il CPTSD/DESNOS risulta molto più frequente rispetto al PTSD (Moller et al., 2020).

Le persone affette da CPTSD/DESNOS sono per lo più donne (Knefel & Lueger-Schuster, 2013).
E’ stato dimostrato che, quando gli eventi traumatici ripetuti si presentano prima dei 14 anni, vi è maggiore possibilità di sviluppare i sintomi di CPTSD/DESNOS (van der Kolk et al., 2005), e ormai molti studi confermano che una storia di abusi infantili è più fortemente associata al CPTSD/DESNOS rispetto al PTSD (Bohus et al., 2019).

Nella maggior parte dei casi, infatti, le persone che presentano questi sintomi hanno delle storie di vita caratterizzate da più eventi traumatici e da una vittimizzazione durata per molti anni, a volte anche decenni.

Per fare un esempio, una donna potrebbe riferire la seguente storia di vita dove sono presenti gli effetti a cascata di rivittimizzazione tipici del CPTSD/ DESNOS:
Ad esempio, una donna ha vissuto l’infanzia in una famiglia dove era la figlia maggiore, ha dovuto aiutare la madre, tossicodipendente, nel prendersi cura dei fratelli, della casa, rinunciando così alla sua vita da bambina. Durante questo periodo, ha subìto abusi sessuali ripetuti da parte del padre, anche lui tossicodipendente, e il clima in casa era sempre teso perché i genitori litigavano in continuazione. Successivamente durante l’adolescenza non ha proseguito gli studi, è diventata anche lei tossicodipendente ed è stata arrestata per detenzione di sostanze stupefacenti. In età adulta ha scelto un partner dal quale ha subito abusi emotivi e fisici. 

Per il trattamento del CPTSD/DESNOS è ritenuto efficace (Cloitre et al., 2011) un approccio integrato.
Se vuoi un ulteriore approfondimento, visita la sezione relativa ai trattamenti.

Riferimenti

  • Bohus M., Schmahl C., Fydrich T., Steil R., Muller-Engelmann M., Herzog J., Ludascher P., Kleindienst N. & Priebe K. (2019). A research programme to evaluate DBTPTSD, a modular treatment approach for Complex PTSD after childhood abuse. Borderline Personality Disorder and Emotion Dysregulation, 6: 7.
  • Cloitre, M., Courtois, C.A., Charuvastra, A., Carapezza, R., Bradley C. Stolbach, B.C. & Green, B.L. (2011). Treatment of complex PTSD: Results of the ISTSS expert clinician survey on best practices. Journal of Traumatic Stress, 24(6): 615-627.
  • Cloitre M., Shevlin M., Brewin C.R., et al. (2018). The International Trauma Questionnaire: development of a self-report measure of ICD-11 PTSD and complex PTSD. Acta Psychiatr Scand, 138: 536–546.
  • Knefel, M. & Lueger-Schuster, B. (2013). An evaluation of ICD-11 PTSD and complex PTSD criteria in a sample of adult survivors of childhood institutional abuse. European Journal of Psychotraumatology. 4: doi: 10.3402/ejpt.v4i0.22608.
  • Luxenberg, T., Spinazzola, J. & van der Kolk, B.A. (2001). Complex trauma and disorder of extreme stress (DESNOS) diagnosis, part one: assessment. Directions in Psychiatry, 21: 373-390.
  • Moller L., Augsburger M., Elklit A., Sogaard U. & Simonsen E. (2020). Traumatic experiences, ICD‐11 PTSD, ICD‐11 complex PTSD, and the overlap with ICD‐10 diagnoses. Acta Psychiatr Scand: 1–11.
  • Vallieres F., Ceannt R., Daccache F. et al. (2018). ICD-11 PTSD and complex PTSD amongst Syrian refugees in Lebanon: the factor structure and the clinical utility of the International Trauma Questionnaire. Acta Psychiatr Scand, 138: 547–557.
  • van der Kolk, B., Roth, S., Pelcovitz, D. Sunday, S. & Spinazzola, J. (2005). Disorders of extreme stress: The empirical foundation of a complex adaptation to traumaJournal of Traumatic Stress, 18(5): 389-399.
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