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Disturbi del sonno e abuso sessuale infantile

I problemi del sonno, in particolar modo l’insonnia e gli incubi ricorrenti, rappresentano delle conseguenze negative a lungo termine che interessano la maggior parte delle vittime di abuso sessuale. Ciò avviene a causa delle risposte neurobiologiche che si innescano a partire dall’esposizione agli eventi traumatici. Il trauma, infatti, altera il normale meccanismo di regolazione sonno-veglia e determina un’iperattivazione del sistema nervoso centrale.

Insonnia

L’insonnia può essere definita come una “reiterata difficoltà a iniziare e/o mantenere il sonno, tale che esso risulta di durata e/o qualità insoddisfacente” (Devoto e Violani, 2009) e si manifesta in diverse forme:

  • Difficoltà di addormentamento
  • Risvegli frequenti durante la notte con conseguente difficoltà di ri-addormentamento
  • Risvegli precoci al mattino

L’insonnia è quasi sempre associata a stanchezza, disturbi dell’umore e disforia. Gli insonni, infatti, si sentono più irritabili, arrabbiati e confusi, e sperimentano fatica, marcata perdita di interesse, riduzione della motivazione e bassi livelli di energia.

L’insonnia determina la diminuzione dei livelli di funzionalità diurna e un peggioramento dello svolgimento di compiti complessi che richiedono il reclutamento di attenzione e memoria. Tra gli importanti deterioramenti nel funzionamento della vita quotidiana degli insonni si rintraccia anche la compromissione della produttività lavorativa o scolastica, stante il maggior assenteismo, la diminuita concentrazione e la difficoltà di eseguire i compiti richiesti. Tra le altre forme di disagio diurno conseguenti a un sonno notturno disturbato vi sono: sonnolenza diurna, elevata disposizione a incidenti stradali, mal di testa, tensione, preoccupazioni per il sonno.

L’insonnia può diminuire con il passare del tempo ma, nel caso delle vittime di abuso, tende solitamente a persistere per settimane, mesi e anni.

L’esposizione a eventi traumatici rappresenta un fattore precipitante dell’insonnia, perché innesca una risposta neurobiologica che fa sviluppare o mantenere l’insonnia. Quest’ultima è uno dei problemi di salute principalmente riscontrati nei sopravvissuti ad abusi sessuali infantili (Steine et al., 2019). Più nel dettaglio, gli abusi che includono la penetrazione sono risultati positivamente correlati ai sintomi d’insonnia; inoltre il percepito supporto sociale si è mostrato inversamente associato ai sintomi d’insonnia in un campione di 460 sopravvissuti ad abuso sessuale infantile (Steine et al., 2012).

E’ stato rilevato che i sintomi d’insonnia indotti dal trauma si possono presentare in assenza di un PTSD e che possono essere dei precursori del successivo sviluppo del PTSD (Sinha, 2016).

Incubi

Il trauma legato all’abuso sessuale può determinare gli incubi, che sono molto diversi dai semplici “brutti sogni”. Nelle persone che hanno vissuto un evento traumatico, infatti, gli incubi rappresentano una delle modalità (oltre ai flashback e alle memorie indesiderate) in cui, per mesi e anni, viene rivissuto il trauma. Gli “incubi post-traumatici” sono delle vere e proprie ripetizioni di alcune scene dell’evento traumatico e contengono elementi emotivi e cognitivi direttamente legati al trauma. Le persone, quindi, rivivono l’abuso in maniera vivida e con un’intensa carica emotiva (sperimentando prevalentemente emozioni di paura e angoscia).

Si possono presentare anche quelli che vengono definiti “incubi idiopatici”, ovvero delle storie di natura immaginativa che non riflettono l’evento traumatico. Gli incubi post-traumatici rispetto a quelli idiopatici determinano maggiori livelli di arousal, più risvegli notturni e maggiore senso di impotenza (Wittmann & De Dassel, 2015).

A causa degli incubi la persona sperimenta una sofferenza clinicamente significativa e inizia a sviluppare marcati problemi nel funzionamento sociale e lavorativo.

La paura di andare a dormire per il timore che possa ripresentarsi un incubo, infatti, contribuisce a stabilire e rafforzare l’associazione negativa tra la paura e il periodo dedicato al sonno, innescando un circolo vizioso tra ansia-stress-insonnia/incubi.

Trattamento

Intervenire sulla riduzione dei disturbi del sonno consente di accelerare il processo di elaborazione dei vissuti dolorosi, aumentare il funzionamento adattivo attuale e, infine, facilitare il percorso terapeutico. Il trattamento cognitivo-comportamentale rappresenta l’intervento più adeguato per trattare la maggior parte dei problemi del sonno e risulta efficace nel 70-80% dei casi.

Riferimenti

  • Devoto A. & Violani C. (2009), Curare l’insonnia senza farmaci. Metodi di valutazione e intervento cognitivo-comportamentale. Carocci Faber.
  • Sinha S.S. (2016). Trauma-induced insomnia: A novel model for trauma and sleep research. Sleep Medicine Reviews, 25: 74-83.
  • Steine, I.M., Krystal, J.H., Nordhus, I.H., Bjorvatn, B., Harvey, A.G., Eid, J., et al. (2012). Insomnia, nightmare frequency, and nightmare distress in victims of sexual abuse: The role of perceived social support and abuse characteristics. Journal of Interpersonal Violence, 27: 1827–1843.
  • Steine, I.M., Skogen J.C., Krystal J.H., Winje D., Milde A.M., Gronli J., Nordhus I.H., Bjorvatn B. & Pallesen S. (2019). Insomnia symptom trajectories among adult survivors of childhood sexual abuse: A longitudinal study. Child Abuse & Neglect 93: 263-276.
  • Wittmann L., De Dassel T. (2015). Posttraumatic nightmares: From scientific evidence to clinical significance. In M. Kramer, & M. L. Glucksman (Eds.), Dream research. Contributions to clinical practice (pp. 135–148). New York: Routledge.
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