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Quando ad abusare è una donna

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Un ragazzo si scontra con una particolare forma di confusione e isolamento quando è sessualmente abusato da una donna. Nell’immaginario collettivo l’attività sessuale tra una donna più grande e ragazzi giovani, raramente, viene considerata un abuso. Può essere ignorata o messa in dubbio.

Gli uomini (anche i ragazzi) vengono ritenuti aggressori sessuali, forti e “machi” abbastanza da proteggere se stessi da un’attenzione non voluta da parte di membri della famiglia, e non solo, del “sesso debole”. Ciò che viene ignorato in questi casi è che c’è qualcosa di più della forza fisica, e l’abuso sessuale non è limitato al rapporto sessuale.

In molte circostanze, il sesso intergenerazionale viene “romanticizzato”, visto come una iniziazione alla virilità. Un ragazzo che dice di essere sessualmente abusato da una donna viene spesso accolto con scetticismo, la sua storia viene negata, banalizzata e romanticizzata da polizia, medici, terapeuti, media e dalle persone in generale. Davanti a una società con simili credenze e comportamenti, è molto improbabile che il bambino vittima ne parli con qualcuno.

Inoltre, la cecità della società riguardo questo aspetto dell’abuso pone il ragazzo in un potente doppio legame. Se una parte dell’esperienza lo ha fatto sentire bene o eccitato, allora non era abuso. Se a lui non è piaciuto, deve senz’altro essere omosessuale. Ancora una volta, possiamo osservare il risultato della confusione tra sesso e abuso sessuale. È vergognoso per un uomo ammettere di non gradire alcuna forma di sesso con una donna.

Non sapendo come gestire la propria confusione, il ragazzo potrebbe spingerla nel fondo della sua mente, perdendo qualsiasi ricordo cosciente dell’evento fino a molti anni dopo. Mike Lew (2004) ritiene che i maschi sopravvissuti siano più propensi a reprimere ricordi di abuso da parte di donne che da parte di uomini. Non è raro che ricordi precoci dimenticati riappaiano quando la persona si sente al sicuro. I ricordi relativi a colpevoli di sesso femminile sembrano essere più resistenti alla guarigione; quando riemergono, sembrano ancora devastanti ed emotivamente sfiancanti.

Non è possibile dire quanto sia enormemente differente per le donne sopravvissute, ma è probabile che gli effetti e le implicazioni di un abuso da parte di una donna abbiano sugli uomini un effetto particolare.

Essere vittimizzato da una donna sembra produrre un livello aggiuntivo di vergogna; gli uomini con più probabilità si colpevolizzano o non lo considerano realmente un abuso.

Questo è vero specialmente quando l’abusante è la madre del survivor. Questo può essere dovuto a uno stereotipo culturale secondo cui le madri sono più affidabili dei padri. Le madri occupano, infatti, un posto speciale e sacro in ogni cultura.

Per molte persone, è impensabile che una madre non sia una figura accudente, protettiva e amorevole. Anche i bambini che hanno sperimentato forme estreme di abuso fisico, emotivo e sessuale dalle loro madri possono trovarsi a proteggere i loro abusanti attraverso scuse e autocolpevolizzazioni.

Riferimenti

  • Lew, M. (2004). Victims no longer. The classic guide for men recovering from sexual child abuse. Harper Perennial
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